Metaverso: cos'è e perché cambierà (o no?) il nostro futuro
Ecco perché ci troviamo davanti a una realtà complessa e in ri-definizione
Se il titolo di questo articolo vi ha condotto fin qui, probabilmente sarete tra coloro che pur avendo già letto e ascoltato, molto o poco che sia, a proposito di Metaverso, nutrono ancora una certa dose di curiosità oppure di dubbi. Ci troviamo infatti davanti ad una realtà complessa e in continua evoluzione e, come vedremo tra poco, in progressiva “ri-definizione”, per cui, salvo essere dei super esperti in ambito tech, qualche chiarimento in materia può risultare utile.
Metaverso: no panic, ci siamo già (in parte)
Attualmente possiamo utilizzare il termine “Metaverso” per indicare diverse realtà virtuali esistenti, affini tra loro ma (per il momento) distinte.
Quelli finora accessibili e sperimentabili sono ambienti virtuali tridimensionali, mondi che potremmo definire equivalenti a quello fisico, progettati, costituiti da dati, informazioni digitali, elementi intangibili (per ora!) ma fruibili a 360° attraverso la vista e l’udito, strutturati secondo parametri di spazio e tempo dunque attraversabili e percorribili, in cui si svolgono eventi, storie, incontri tra soggetti virtuali. Tramite questi soggetti digitali, gli avatar, possiamo svolgere infinite attività, dalle più complesse e difficilmente - o non sempre - sperimentabili nel mondo fisico a quelle più rilassanti, divertenti o semplicemente pragmatiche.
Mondi, o ambienti, differenti che si presentano in molteplici forme e ai quali si accede da piattaforme specifiche e distinte, ciascuna con le sue caratteristiche, le sue credenziali, a volte richiedendo l’uso di speciali device (il più delle volte sono sufficienti uno smartphone e una buona connessione) e in quasi tutti i casi una propria valuta (virtuale). Mondi digitali dunque, ma continuamente vivi e in costante mutamento ed espansione, proprio come accade nella realtà che sperimentiamo ogni giorno. Parliamo di qualcosa che tutti conosciamo se è vero che nel settembre scorso si stimava che 15,5 milioni di persone tra i 6 e i 64 anni avessero vissuto una o più esperienze nel mondo virtuale (fonte: digitalmosaik.com).
Alcuni di questi ecosistemi sono per così dire sempre attivi, continuamente popolati e ripopolati da avatar: paesaggi naturali, città e organizzazioni sociali destinati ad evolversi e che vengono implementati, migliorati e ampliati costantemente ad opera delle community virtuali. Tra questi spiccano le meravigliose e sempre più interattive creazioni dell’universo gaming o dell'entertainment (da Fortnite e The Sandbox a Stageverse) e naturalmente la giovane Horizon: l’ecosistema social di Meta che sta strategicamente orientando molte persone a identificare l’esperienza del metaverso con Facebook and co., vivendolo come “un’esperienza social aumentata”, il che non è che una delle tante potenzialità del metaverso. D’altronde la scelta del nome Meta Platforms, Inc per il rebranding del colosso, annunciato il 28 ottobre 2021, colloca uno dei Tech Giants in pole position tra gli investitori per la realizzazione di ambienti digitali tridimensionali, interattivi e immersivi.
Esistono poi degli ambienti che potremmo definire effimeri o disabitati, in quanto creati o “popolati” ad hoc per precisi scopi ed esperienze. In particolare sono queste le dimensioni attualmente più sfruttate nel campo della ricerca, della formazione professionale, del team building. Nelle versioni più evolute sono addirittura stati superati gli avatar e già ad oggi è possibile entrare e interagire in forma di ologramma, mantenendo le proprie sembianze e i propri naturali movimenti grazie a tecnologie come il servizio volumetrico in tempo reale sviluppato da FormaVision e applicato in vere e proprie face-to-face remote meeting experiences recentemente realizzate da Accenture, azienda leader nel settore.
Dunque non esiste un unico Metaverso?
Un’altra accezione del termine Metaverso, più ampia e più complessa della precedente è quella che vede tutti questi (e tutti i futuri e potenziali) mondi virtuali interconnessi tra loro e a loro volta con il mondo fisico (quello che conosciamo e sperimentiamo ogni giorno). Proprio come è accaduto con la nascita e l’evoluzione di Internet, quando, prima della messa a punto del World Wide Web (CERN, 1991) si avevano isolate realtà in cui computer distanti tra loro interagivano in numero circoscritto e limitato senza potersi connettere in rete con realtà simili, così non esiste ad oggi un’unica rete che consente di entrare da una qualsiasi piattaforma e visitare “tutto” il metaverso, passare da un mondo all’altro, fare acquisti o investimenti in più metaversi. Semplificando al massimo potremmo immaginarci di fronte ad uno sconfinato parco giochi, o un multi store di ultima generazione in cui ci è consentito accedere ad una sola area per volta e per passare ad un'altra dobbiamo necessariamente uscire, in alcuni casi cambiarci d'abito o indossare un particolare accessorio e accedere da “un altro ingresso”.
Questa è la vera grande sfida che ci attende: il salto senza il quale non entreremo del tutto nell’era del Web 3.0.
Questo è ciò verso cui grandi realtà leader e grandi investitori, sviluppatori e ricercatori stanno convergendo, creando nuovi paradigmi di ri-progettazione aziendale, nuove concezioni di business, anticipando nuovi scenari possibili e soprattutto implementando e aggiornando logiche di programmazione e tecnologie: “L’interoperabilità fra mondi e piattaforme è una delle scommesse più importanti del Metaverso, anzi possiamo affermare che è la scommessa.” (digital4.biz)
A questo proposito citiamo due importanti progetti che avranno un grande impatto sull’evoluzione e sulla diffusione del Metaverso.
Da un lato il Metaverse Standards Forum, il cui obiettivo dichiarato è quello di accelerare “la disponibilità di un metaverse sicuro e interoperabile promuovendo lo sviluppo di standard aperti tempestivi e abilitanti a vantaggio di tutti” tramite il coinvolgimento diretto di aziende, istituti di ricerca, poli universitari, ricercatori free lance, singoli cittadini (e necessariamente grandi investitori) per la risoluzione delle grandi sfide tecnologiche, etiche, normative che si stanno presentando.
Dall’altro il Metaverse Continuum che si sta concretizzando attraverso la formazione e l’affiancamento di realtà imprenditoriali e governative lungimiranti e sulla messa a punto di nuove concezioni di tecnologia e business che consentano di indagare l’intero spettro del Continuum, dal virtuale al fisico creando ponti tra il mondo attuale e i mondi possibili, ampliando e ridisegnando i confini dell’immaginazione e dell’esperienza: “Che ci piaccia o no, le imprese sono state gettate in prima linea in un mondo che si chiede cosa sia o non sia reale, e se il confine tra le due dimensioni sia così importante.” (accenture.com)
Alcuni scenari possibili per il prossimo futuro
Eccoci al nodo della questione: il Metaverso riguarderà tutti noi? Cambierà la nostra visione del mondo e il nostro modo di interagire?
Per quanto sia impossibile prevedere il futuro ci sentiamo di rispondere che, alla luce delle attuali ricerche e in considerazione delle sinergie e degli investimenti messi in campo, è difficile immaginare che il tutto resti soltanto sul piano delle utopie e delle previsioni.
Il Metaverso è già una realtà che permea molti aspetti del retail e del marketing ad esempio, che fanno riferimento a community virtuali di persone reali e potenziali o effettivi clienti e per quanto possa trattarsi ancora di una sperimentazione o di eventi eccezionali (come le sfilate di moda o i virtual store sperimentati nei Metaverse Fashion District o l'espansione del Synthtravel), è certo che il mondo virtuale sta mostrando un enorme potenziale in quanto a possibilità di simulazione e test di vendita, creazione di eventi ed esperienze immersive per sperimentare un’offerta o lanciare la demo di un nuovo prodotto. Tutto questo sta in ogni caso creando un punto di svolta che, al di là degli sviluppi futuri, condizionerà il rapporto tra azienda e utente ridefinendo la comunicazione e la user experience.
Lo stesso sta accadendo in altri campi, come quelli dell’arte, della progettazione o del design, che propongono già oggi contest tridimensionali in grado di coinvolgere studenti, fruitori e team di creativi o ricercatori grazie alle possibilità di incontro, condivisione e correzione di errori in tempi reale, simulazione di sistemi complessi o mondi lontani. Ognuna di queste esperienze sta modificando il modo in cui ogni settore guarda alla propria storia e al proprio sviluppo e anche nel caso in cui i metaversi restassero non connessi tra loro, la corsa vertiginosa a porre al centro dell’esperienza l'utente e la community sta permeando e rimodulando la visione globale delle imprese.
Enormi aspettative e importanti studi in questa direzione stanno inoltre prendendo campo nel settore medico e della riabilitazione cognitiva ad esempio: l’amplificazione della percezione e dell’esperienza embodied che possono essere vissute grazie alla realtà virtuale (VR), la realtà aumentata (AR) e l’uso di hardware in continua evoluzione (come guanti, visori e altri gadget) rivestiranno probabilmente un importante ruolo in molte terapie e percorsi di riabilitazione.
Dunque, se i big della ricerca e dello sviluppo tech sapranno rispondere alle sfide che devono necessariamente essere risolte perché l’accesso al Metaverso diventi davvero globale e “Wide”, come è stato per Internet, e non resti confinato ai settori cosiddetti verticali, sarà possibile per chiunque accedere e conservare la propria identità viaggiando da un mondo all’altro, avere un portafoglio spendibile in ogni ambiente del Metaverso, avere delle coordinate per orientarsi in quello che in effetti sarà un Nuovo Mondo, con regole, responsabilità e diritti da rispettare e in virtù dei quali interagire.
Questo potrebbe continuare a riguardare solo alcuni aspetti della nostra vita, anche se in forma più estesa, come il tempo libero, la gestione delle finanze, lo shopping o il lavoro agile, ma a quel punto avrebbe tutte le carte in regola per diventare pervasivo e presente in ogni aspetto del quotidiano. Esattamente come è accaduto per i social e l’era del Web 2.0.
Se tutto questo contribuirà ad arricchire la nostra weltanschauung e a potenziare le capacità cognitive, relazionali, progettuali delle persone migliorando la qualità di vita, oppure se le difficoltà di gestione del sistema supereranno i benefici, è ancora troppo presto per stabilirlo.